APPENNINO VELINO SIRENTE


Domenica 31 Luglio 2016

Abbiamo a disposizione una settimana per conoscere le montagne del gruppo appenninico del Velino – Sirente, situato in Abruzzo. Per l’occasione affittiamo un piccolo appartamento nella città di Celano, per noi in posizione strategica.

Come al solito e con procedura oramai consolidata, volo pomeridiano da Milano Malpensa verso Roma, quindi noleggio auto e via in direzione Celano appunto, dove arriviamo in tarda serata. Breve chiacchierata con il proprietario dell’appartamento quindi direttamente a nanna in preparazione della salita dell’indomani…


Lunedì 01 Agosto 2016

Per il primo giorno scegliamo una gita non troppo faticosa e che comporti un breve trasferimento in auto. Ci portiamo quindi a Ovindoli, ad una decina di chilometri da Celano, rinomata località turistica specialmente invernale da quello che possiamo vedere stante la numerosa presenza di impianti sciistici. Punto di partenza della nostra gita è la stazione di valle di una cabinovia e sentiero di salita una delle innumerevoli piste da sci che giungono alla stazione di monte di Monte Freddo, nei pressi della quale è posizionato il rifugio Telespazio, ora chiuso. Noi per abbreviare il percorso decidiamo di seguire una personale “direttissima” che taglia sì il tragitto ma ci costringe ad una faticosa risalita del fianco ghiaioso della montagna. Messo piede sulla dorsale, con poca fatica e lungo un percorso pressoché pianeggiante raggiungiamo la croce di vetta del Monte Magnola (2220 m), dove è presente pure una tavoletta in legno con il nome della montagna. Non domi, ci dirigiamo verso il secondo e non troppo lontano obiettivo della giornata, il Monte Sentinella (2176 m), dove è collocato il rifugio Panei, in pessime condizioni e totalmente abbandonato al suo declino. Al rientro sostiamo al rifugio Telespazio, dove ci attende il meritato pranzo al sacco, godendoci un po’ di quiete.


Martedì 02 Agosto 2016

Per le mete di oggi, il Costone e la Cimata di Pezza, si pensa di partire dalla località di Capo Pezza, raggiungibile in auto lungo una sterrata di cinque chilometri che si stacca dalla località di Vado di Pezza. Le condizioni non troppo buone del primo tratto della carrozzabile, in considerazione anche del fatto che disponiamo di un’auto a nolo, ci inducono però a lasciare il mezzo nell’ampio parcheggio di Vado di Pezza e da qui a piedi arrivare a Capo Pezza. La gita, da semplice che doveva essere a tavolino, assume quindi un’altra piega, complice anche la giornata assai soleggiata e calda. Arrivati a Capo Pezza, comincia la salita su comodo sentiero verso il rifugio Sebastiani, l’unico della zona ad essere in questo periodo sempre aperto in quanto gestito da una cooperativa equosolidale. Durante il resto dell’anno, ci raccontano in una breve chiacchierata le ragazze della cooperativa, rimane aperto solo durante i fine settimana. Complessivamente sono nove i rifugi – bivacchi presenti nel gruppo, alcuni abbandonati altri accessibili solo se si è in possesso delle chiavi. Lasciamo il Sebastiani e proseguiamo verso la prima vetta odierna, il Costone (2271 m), magari non troppo appariscente ma un grande punto panoramico dal quale ammirare l’intero anfiteatro di cime che ci circonda, complice la meravigliosa giornata: Punta Trento, Punta Trieste, il Bicchero quindi i cosiddetti gemelli Cafornia e Velino, le montagne più alte del gruppo, e poi il Sevice  sino a chiudere l’anello. Il cielo è talmente terso che riusciamo ad ammirare anche i profili lontani di tutti i gruppi appenninici, già in parte conosciuti e saliti: Terminillo, Sibillini, Monti della Laga, Gran Sasso e Majella. Ci fa molto piacere riconoscere le sagome di montagne così lontane da casa, che sentiamo così un poco nostre. Pranziamo in vetta per poi discendere e proseguire verso la seconda meta odierna, la Cimata di Puzzillo (2140 m) transitando nuovamente al rifugio Sebastani e quindi rientro “infinito” all’auto.


Mercoledì 03 Agosto 2016

Giornata decisiva poiché l’itinerario odierno è assai ambizioso per numero di cime da raggiungere, lunghezza e dislivello. Il cielo è sereno, ed è già un buon inizio. Punto di partenza è ancora Capo di Pezza; contrariamente a ieri decidiamo di percorrere in auto i cinque chilometri di sterrato che la separano dal parcheggio di Vado di Pezza, evitando la sgroppata che specie al rientro è decisamente faticosa. Imbocchiamo nuovamente il sentiero diretto al rifugio Sebastiani, staccandoci da esso non appena compare la segnalazione per il Colle dell’Orso e poi il Colle Bicchero. Qui giunti si apre la maestosità di cime già ammirata nella giornata di ieri ed oggi nostra auspicabile meta; cominciamo con la facile salita al Bicchero (2181 m) per poi proseguire per cresta sino ai lontani Cafornia (2424 m) e Velino, che con i suoi 2486 m è la cima più alta del gruppo. Qui Stefania attende riposandosi un poco, io proseguo la galoppata verso il Costognillo (2339 m) e quindi il Sevice (2355 m), dalla cui cima si scorge il rifugio Sevice, aperto e funzionante. Tornato da Stefania velocemente pranziamo cominciando poi il lungo rientro, non senza trascurare la salita alla Cima Avezzano (2378 m), posta tra il Velino e il Cafornia, alla Punta Trento (2243 m) e da solo alla Punta Trieste (2230 m). La fatica si fa sentire ma la soddisfazione per le cime intascate e la maestosità dei luoghi appagano di gran lunga. Ci stupiamo della quasi totale assenza di escursionisti incontrati; i quali, ad eccezione del  Velino e del Cafornia, non sembrano molto interessati al resto del gruppo.


Giovedì 04 Agosto 2016

Giornata di riposo per Stefania. Da solo tenterò di raggiungere la cima del Sirente, la montagna che insieme al Velino da il nome al Parco Velino Sirente. Con i suoi 2348 metri di altezza, il Sirente probabilmente non è stato scelto per l’altezza dal momento che altre cime nel Parco lo sovrastano, bensì per la diversa localizzazione geografica, distaccata dalla catena del Velino, unita all’appariscente quanto spettacolare parete nord. La via normale di salita, classica sci-alpinistica, segue per circa la prima metà del tragitto una strada sterrata, quindi risale dolcemente il fianco della montagna sino al culmine. Bello lo sguardo dalla cima alla strapiombante parete nord e poi via verso la seconda meta odierna, il Monte Macerola (2258 m), non così distante e tornare all’auto contento anche per l’escursione odierna.


Venerdì 05 Agosto 2016

Una vera indigestione di cime, ben sette e tutte salite con Stefania! Soliti dislivelli contenuti ma chilometri e chilometri ci conducono lungo questo bel percorso ad anello, fattibile, almeno per noi non conoscitori di questi spazi, con una giornata di cielo sereno, come fortunatamente ci accompagna da giorni. Punto di partenza e arrivo è il valico Chiesole, da qui si risale il bosco sino a giungere la cresta che conduce alla prima cima, il Monte Fratta (1878 m), quindi si prosegue scavalcando il Monte Cornacchia (2010 m), l’Anticima Nord del Monte Puzzillo (2128 m) sino al Monte Puzzillo (2174 m), dove è presente una croce. Da qui cambio di direzione, discesa e risalita nel sottostante vallone del Morretano sino a lambire prima i fianchi poi il culmine della  Cima del Morretano (2098 m) e quindi la più lontana Cima Nord del Passo di Puzzillo (2131). L’ultima cima risalita, il Monte Torricella (2071 m), suggella questa splendida escursione.

Solo il Monte Puzzillo e la Torricella sono considerate vette cosiddette “principali”, le restanti ancorché di altezza superiore a 2000 metri, ad eccezione del Monte Fratta, vengono invece considerate vette “secondarie” secondo quella classificazione riconosciuta a livello nazionale che individua 241 cime appenniniche di altezza superiore a 2000 metri, di cui 112 “principali”. 


Sabato 06 Agosto 2016

Ci svegliamo sotto un cielo plumbeo e piovoso. Oggi concludiamo l’esperienza escursionista nel gruppo del Velino – Sirente, ultimo obiettivo è la facile cima del Monte Rotondo (2062 m), situato nel comprensorio sciistico di Monte Rotondo, da cui il nome. Zona deturpata da impianti sciistici convertiti nella stagione estiva per i fruitori di MTB, il sentiero di salita segue una delle diverse piste che lambiscono i fianchi della cima. Qui arriviamo sotto una discontinua pioggerella, foto di vetta affianco alla grande croce e veloce discesa verso l’auto e quindi l’aeroporto di Fiumicino.


Flavio Facchinetti



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Flavio Facchinetti

2016 APPENNINO VELINO -SIRENTE