2014 - RANDONNEE :

VIGONE – RAVORANDO – VERONA RESIA

RANDONNEE’ DI VIGONE

aprile 2014


Al termine di questi ultimi tre anni dedicati alla bicicletta da corsa e indirizzati al mondo delle granfondo, posso ritenermi soddisfatto e appagato. Tra le moltissime gare a cui ho partecipato sicuramente cinque le ritengo da non perdere per chi vuole assaporare il meglio di questo tipo di competizioni; nell’ordine sono la Nove Colli di Cesenatico, la Sportful di Feltre, la Maratona delle Dolomiti di Corvara, la Giordana di Aprica ed infine, ma non da meno, l’Eroica di Gaiole in Chianti.

L’idea che mi pervade è ora di seguire un’altra strada, un altro stimolo da affrontare sempre con la mia bici da corsa ma in un ambito diverso. Ed è così che mi affaccio all’ambiente delle randonneè.

Le differenze più evidenti tra le due specialità sono sostanziali. Le granfondo affrontano distanze inferiori o poco superiori ai 200 chilometri, in un tempo che interessa una sola giornata e rilevato mediante chips elettronici, con presenza di ristori lungo il percorso, un tracciato ben segnalato da cartelli indicatori, e dove tutto è seguito da buona organizzazione con tanto di sponsor. L’elenco di partecipanti è estremamente variabile, può arrivare sino alle 13000 unità della Nove Colli di Cesenatico oppure può essere a numero chiuso e a volte con sorteggio, come nel caso della Maratona delle Dolomiti di Corvara!

Nelle randonneè le distanze minime da percorrere sono di 200 chilometri per semplici brevetti, sino a tragitti di oltre i 1000 chilometri da effettuare in più giorni. La bicicletta deve essere munita di illuminazione notturna e occorre indossare, nelle ore notturne, un giubbotto rifrangente. Niente chips di controllo, ma passaggi obbligati attraverso tutti punti di controllo da convalidare da parte dell’organizzazione mediante un timbro su un apposito tesserino cartaceo. I punti di controllo sono indicati sul road book consegnato dalla stessa organizzazione alla partenza. Sul road book è visionabile tutto il percorso da seguire, in alternativa i ciclisti possono scaricare dai vari siti web delle manifestazioni, la traccia GPS e utilizzare l’apposito strumento per orientarsi. Solitamente ci sono posti attrezzati con brande per riposare di notte, ma ognuno è libero di sostare come e quando vuole. Anche qui come per le granfondo ci sono tempi massimi da rispettare, che comunque tengono conto delle distanze più ragguardevole e di uno spirito differente, meno competitivo.

Con la randonneè di Vigone prende il via questa nuova avventura e per partire con il piede giusto attrezzo la bicicletta come se dovessi percorrere 1000 chilometri e non i 206 previsti. La cittadina di Vigone si trova nella provincia di Torino e visto che la partenza della gara è fissata per le 7.00 decido di pernottare nelle immediate vicinanze, a None. L’organizzazione per questo brevetto è estremamente essenziale, il giorno prima non viene preparata nessuna manifestazione collaterale, come in genere capita per le granfondo, non si vedono i classici stand offerenti articoli sportivi che gravitano intorno al mondo della bicicletta… probabilmente perché qui il numero di partecipanti è esiguo, siamo solo in 230 ciclisti circa!

La gara ha inizio. Affronto parte del percorso in gruppo, che è buona cosa per contrastare il vento, ma spesso mi trovo da solo a seguire la mia andatura. Il percorso è a forma di otto e a circa metà attraversa Vigone, località di partenza ed arrivo, dove organizzano un piccolo ristoro e compio l’unica sosta per rifocillarmi. Sono contento. Giungo al traguardo dopo otto ore mantenendo una media dei 25 km/h, grazie alla presenza di salite pedalabili e non troppo lunghe. Fortunatamente ho da poco ultimato il giro della Corsica in bicicletta, altrimenti avrei avuto qualche problema ad affrontare questo percorso di 206 km e 1050 metri di dislivello, altimetria sì contenuta che consente una buona andatura, ma compensata dalla difficoltà di orientamento, specie nei tratti in solitaria, visto ch spesso devo fermarmi per consultare il road book, sperando di non allungare il tragitto con deviazioni non volute!

All’arrivo mi attende una buona porzione di pasta, con formaggi e salumi per tutti i partecipanti. Le zone attraversate non sono particolarmente interessanti ma neppure depresse da interland tipico di una grande città e l’esperienza è stata più che soddisfacente.






RAVORANDO 2014


Sabato 28/6/2014    -     Domenica 29/6/2014               

Competizione alla prima edizione questa Ravorando, con partenza da Bologna ed un percorso di circa 300 km e 3374 metri di dislivello.

E’ una prova inclusa nei brevetti randonnè, con tutte le regole del caso: posti di controllo, niente assistenza medica e meccanica, tempo limite con andatura non inferiore ai 15 km/h, orientamento garantito o dall’uso di road book forniti dall’organizzazione oppure dall’utilizzo di GPS personale, bicicletta dotata di impianto di illuminazione notturna ed infine obbligo di giubbotto rifrangente  da indossare di notte.

Nonostante l’incredibile sviluppo di questo nuovo approccio al mondo delle biciclette, grazie al moltiplicarsi di moltissime competizioni in diverse regioni italiane, i numeri parlano chiaro: siamo in 28 partecipanti provenienti da tre o quattro regioni! Niente a che vedere con gli incredibili numeri delle granfondo. Un esempio per tutti: la GF Nove Colli, 15000 iscritti a numero chiuso! Nelle randonnè fino a 200 km il numero di iscritti sale leggermente, poiché partecipano ciclisti iscritti a granfondo intenti solo ad allenarsi per la loro prestazione.


In serata mi porto nella zona periferica di Bologna, al circolo arci Benassi, dove a mezzanotte verrà dato il via. Sergio l’organizzatore della manifestazione, da buon emiliano, è loquace e disponibile. Ci spiega a grandi linee l’itinerario con le sue salite, dove stare attenti a non sbagliare strada.

In queste competizioni buona cosa è pedalare con qualcuno che pedali alla stessa andatura, aspetto non semplice in un numero così esiguo di partecipanti e su una distanza così lunga, dove già dai primi chilometri è facile non vedere più nessuno.

Per i primi 25 km che si sviluppano all’interno della città di Bologna e conducono alla prima salita di San Luca con pendenze tra il 13% ed il 16%, l’organizzazione ci comunica che dobbiamo restare tutti uniti. In seguito, prima mi unisco ad un gruppetto di cinque ciclisti sino al primo ristoro all’ottantaquattresimo km, poi e sino alla fine mi aggrego a due simpatici ciclisti provenienti da Milano, Antonio e Rosario.

Il percorso si sviluppa tra Emilia Romagna e Toscana attraverso paesaggi unici in bellezza, parecchio simili a quelli visti durante l’Eroica lo scorso anno. Non da meno le località attraversate, tra cui Brisighella e Dozza mi sono apparse le più interessanti. Le salite più impegnative si incontrano verso il termine dell’intero sviluppo e permettono di valicare due passi: il passo della Futa ed il passo della Raticosa.

L’impegno richiesto è notevole, aggravato dal fatto che pedalare di notte è assai più impegnativo. Infatti nelle ore di buio muoversi in bicicletta obbliga ad una particolare concentrazione, sia per la più difficile percezione di buche od ostacoli sull’asfalto, sia per la presenza di autoveicoli che sfrecciano sulla strada. Costoro l’ultima cosa che pensano è sicuramente di incontrare una persona in bicicletta! Infine se si commette qualche errore di orientamento di notte, salvo GPS, non puoi chiedere informazioni a qualcuno, poiché giustamente tutti dormono!

Mi è un po’ dispiaciuto non aver potuto scattare qualche fotografia, ma in gruppo occorre tenere una linea di movimento che sia compatibile a tutti, smorzando le singole esigenze: i bisogni fisiologici sono un obbligo, le foto no!

Si fatica, anche parecchio, e per portare a termine l’intero percorso ci sono occorse ben 17 ore! Le soste sono state abbastanza brevi, la più lunga è quella delle 6.00 per cappuccino e brioche. Nel complesso dei 28 alla partenza sono giunti al traguardo 23 ciclisti. Qui ad attenderci gli organizzatori hanno preparato un delizioso ed abbondante rinfresco con ogni ben di Dio! Grazie…





RANDONNEE’ VERONA RESIA

luglio 2014


Venerdì 25 luglio 2014

Normale mattinata di lavoro in fabbrica, poi nel pomeriggio parto per quest’ultima avventura in bicicletta, la randonneé Verona Resia Verona. Due i percorsi con i conseguenti brevetti: il più corto di 300 chilometri da Verona a Resia, attraverso la Val Venosta e costeggiando il corso del fiume Adige, e il più lungo, di 600 chilometri, che contempla anche il ritorno da Resia a Verona lungo il medesimo tragitto.

Non sono ancora sicuro se affrontare il lungo o accontentarmi del percorso corto, mi sono organizzato in maniera da non escludere nessuna possibilità. Del resto quello che mi peserebbe maggiormente sarebbe tornare a casa con nulla di fatto! Il ritrovo è a Verona, in località Parona nei pressi del campo sportivo di rugby. Piazzo l’unica tenda presente, gli altri ciclisti in parte pernottano nei rispettivi camper, in parte in alberghi e diversi all’interno degli spogliatoi. Ritiro il ricco pacco gara, comprendente, oltre a prodotti dolciari e vino offerti dagli sponsor, integratori, succhi di frutta, anche una bella maglia ciclistica che ricorda l’evento 2014. Non troppo lontano dal campo sportivo trovo una pizzeria dove consumare la cena. Concludo così la giornata con due margherite e una birra per poi defilarmi in tenda e dormire il poco tempo che mi separa dall’ora di colazione, fissata per le 4.00.


Sabato 26 luglio 2014

Il meteo non è dei migliori, anzi è veramente ostile e ciò riduce pure i partenti, che da 426 iscritti si riducono a 300 effettivi! La partenza è fissata per le 5.00 sotto una pioggia che quasi immediatamente diventa sempre più insistente e sarà, mio malgrado, la fedele compagna di viaggio sino al 220° chilometro!

Il primo ristoro – controllo si trova in località Nomi, presso il Bici Grill e dopo 103 chilometri percorsi dalla partenza. Sosto giusto il tempo per mangiare un paio di barrette, visto che tutta l’umidità accumulata in corpo e presente nell’aria fa percepire un “freddo cane”, pedalando invece ci si scalda e si sopporta meglio il bagnato…

Comincia a percorrere tratti di pista ciclabile, che a mano a mano diventano sempre più continui e ben tenuti. Tra pioggia battente e cielo grigio non riesco neanche ad apprezzare la bellezza dei luoghi che attraverso, eppure mi trovo in Val Venosta, un piccolo paradiso che nemmeno tra anni orsono, insieme a mia moglie, mi ha regalato una scorpacciata di splendide gite in montagna! Tra l’altro ho al seguito anche la macchina fotografica, che ovviamente uso. Proseguo sostituendo spesso compagni di pedalata, quindi arrivo a Salorno, dove è situato il secondo ristoro – controllo presso il Bike Caffè a 152 chilometri da Verona. Qui comprendo che in questa disastrosa situazione meteo che non accenna a migliorare, anzi la pioggia è sempre più intensa, non posso fare altro che ambire esclusivamente al brevetto corto di 300 chilometri, e che già ottenerlo non sarà una passeggiata! Infatti sento che comincia a dolermi il ginocchio sinistro e il mix sudorazione – umidità mi da non pochi problemi all’inguine. Mangio un panino al formaggio e proseguo.

Il paesaggio continua a negarsi e capisco che mi trovo in questa valle poiché vedo ai lati della ciclabile distese di piantagioni di mele. Al chilometro 208 nuovo controllo e breve pausa.

L’umore non è dei migliori, ma si vede in lontananza un cielo meno ostile. Non passa un’ora e finalmente la pioggia si riduce sino a scomparire. Al seguito ho un secondo paio di pantaloncini asciutti che sostituisco a quelli inzuppati d’acqua. Il percorso prosegue su sterrati tipo” Eroica” ! Da qualche chilometro mi sono unito ad una coppia di amici e con loro giungo all’ultimo controllo – ristoro di Lasa al 255° km. Mancano 40 Km al mio obbiettivo, mentre i due intendono proseguire. Si concentrano in questa ultima parte dell’andata le difficoltà con lunghi tratti a pendenza del 14% ed oltre.

Finalmente giungo all’hotel Eedelweiss in località Resia e sono felice che anche oggi, nonostante tutto, ci sono riuscito a portare a termine quest’ultima esperienza. Quindici ore e venti minuti di sofferenza che difficilmente scorderò poiché con oggi si conclude un ciclo di quattro anni dedicati alla bicicletta che ha saputo regalarmi una miriade di momenti di gioia e felicità. E’ probabile che tra qualche anno ritorni in sella ma ora preferisco cercare nuove strade come del resto ho fatto in tutta la mia vita. Passo la nottata in una palestra messa a disposizione dal Comune. C’è una doccia, ma l’acqua è gelata, mi laverò un’altra volta, ora è meglio riposare. Infilato nel sacco a pelo crollo quasi subito in un sonno profondo.


Domenica 27 luglio 2014

Alle prime luci dell’alba in bicicletta mi porto a Malles, situata a circa una ventina di Km. Da qui per tornare a Verona utilizzo il treno in tre tratte: Malles-Merano-Bolzano-Verona, concludendo questa incredibile avventura.



                                             Flavio Facchinetti


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Flavio Facchinetti