IL CAMMINO DI CARLO MAGNO


Informazioni generali

La nascita del Cammino di Carlo Magno si deve ricondurre all’intraprendenza di Antonio Votino e Andrea Grava, due amici appassionati di cammini e desiderosi di crearne uno nuovo in valle Camonica, nell’alto bresciano, dopo avere maturato alcune esperienze in ambito nazionale. Un nuovo percorso diventa così realtà nell’aprile 2018, secondo un tracciato che segue la leggendaria presenza in valle dell’Imperatore Carlo Magno e che i due autori decidono di intitolare al protagonista.


Il Cammino di Carlo Magno è unidirezionale e parte da Lovere, amena località sul lago di Iseo; lungo un scenografico percorso principalmente a mezza costa risale la Valcamonica per quasi 100 chilometri sino a giungere a Ponte di Legno, famosa località montana. Le cinque tappe proposte e suggerite dagli autori sono le seguenti:

1°) Lovere – Boario Terme           16.8 km / D+ 581 m

2°) Boario Terme – Breno             16.9 km / D+ 403 m

3°) Breno – Grevo                         17.8 km / D+ 720 m

4°) Grevo – Edolo                          20.2 km / D+ 741 m

5°) Edolo – Ponte di Legno             23.5 km / D+ 1247 m

Questa suddivisione è ipotetica poiché nulla vieta di affrontare l’itinerario in un numero superiore o inferiore di giorni, tenendo conto delle proprie forze e del proprio tempo a disposizione, nonché della possibilità di pernottamenti.

Come ogni cammino che si rispetti esiste una Credenziale da richiedere via e-mail attraverso il sito ufficiale www.camminodicarlomagno.it. Lo stesso dicasi per il Testimonium, ottenibile a coronamento della fatica e solo dimostrando i vari passaggi mediante i consueti timbri posti sulla Credenziale, se non si ha modo di ritirarlo direttamente a Ponte di Legno.

Nelle prime quattro tappe forte è la presenza di fontane o di negozi in cui è possibile reperire acqua ed alimenti, per cui non occorre caricarsi di oltre un litro a persona sempre a seconda della stagione e di particolari esigenze.


Il notevole impegno degli autori si è anche esteso alla creazione di una catena di strutture convenzionate in cui dormire e, per qualcuna, consumare pasti.

Nel nostro caso abbiamo utilizzato:

a Lovere il B&B Villa Palma via Marconi 99, camera doppia con bagno privato inclusa colazione per 70 euro

a Boario Terme l’Hotel Diana via Manifattura 12, camera doppia con bagno privato inclusa colazione per 60 euro

a Breno l’Hotel Giardino via XXVIII aprile 7, camera doppia con bagno privato inclusa colazione per 55 euro

a Grevo in località Deria l’agriturismo Il Riccio,  camera doppia con bagno privato e trattamento in mezza pensione (cena e colazione) per 90 euro

a Edolo l’Hotel Touring piazza Martiri Libertà 7, camera doppia con bagno privato inclusa colazione per 110 euro

a Ponte di Legno l’Hotel al Maniero via Roma 54, camera doppia con bagno privato inclusa colazione per 90 euro

In aggiunta a Lovere abbiamo parcheggiato gratuitamente l’auto per i sei giorni necessari all’interno del B&B, grazie all’ottima disponibilità dei gestori. Per il rientro da Ponte di Legno abbiamo utilizzato il servizio autobus della linea SAB, che dal piazzale Cida di Ponte di Legno parte alle 13.10 e arriva a Lovere alle 15.00 (informarsi per possibili variazioni orario).


Il nostro cammino

I° giorno – Ci portiamo a Lovere sul lago d’Iseo nel primo pomeriggio, cittadina ultima della provincia di Bergamo (gli altri punti tappa appartengono alla provincia di Brescia) e dedichiamo il tempo rimasto alla sua visita. Tra i vari punti di interesse vale la pena ammirare le dolci acque lacuali dal porto turistico, gli interni della Basilica di Santa Maria di Valvendra, la Torre Civica e la chiesa di San Giorgio.


II° giorno – La discreta presenza di sole alleggerisce le fatiche di questa prima giornata. Buona parte del percorso è su asfalto ma le strade sono a bassa percorrenza. Sprovvisti di smartphone e relativa traccia, affrontiamo l’intero percorso senza problemi; ci è di fondamentale aiuto la relazione scaricata dal sito e la buona segnaletica composta da adesivi e frecce direzionali. Tappa interessante e mai noiosa specie all’arrivo dello scenografico Lago Moro e dell’adiacente paese di Capo di Lago; è qui che sostiamo per il pranzo al sacco. I tratti che costeggiano il fiume Oglio, assai limaccioso conseguenza delle forti piogge recenti,  sono piacevoli come sarà rivederlo in più occasioni nei giorni seguenti. Boario Terme, termine della tappa,  è una città turistica grazie all’attività termale che offre ed offriva già a partire dalla metà dell’ottocento.


III° giorno – Nottata alquanto piovosa che sicuramente ha trasformato i sentieri in ruscelli. Procediamo per diversi chilometri su strade sterrate decisamente allagate che  costringono ad allontanarci dal percorso originale e utilizzare la ciclovia dell’Oglio. Ne consegue che non visitiamo Biennio e Mezzarro, troppo distanti dalla ciclabile, mentre effettuiamo una breve deviazione per portarci ad Esine, posta sull’itinerario originale. Attraversiamo Cividate Camuno, punto sosta per un caffè.

Giornata particolare grazie alla visita del sito di arte rupestre situato alla base della collina del Monticolo: i Corni Freschi. Si tratta di un’area archeologica risalente all’età del Rame (III° millennio a.C.), caratterizzata da un grosso masso di arenaria in cui è possibile osservare al centro della parete verticale l’incisione di nove alabarde, da cui il nome: Roccia delle Alabarde. La ciclabile consente di percorrere parecchi chilometri al fianco del fiume Oglio, bei scorci rendono l’incedere mai monotono.

Sicuramente perla della giornata è la terminale città di Breno ed il suo castello (X° - XV° secolo). Eretto sulla collina sovrastante la cittadina, oltre a regalare un bel colpo d’occhio, è assai pregevole poiché non rimaneggiato a scopi turistici. Un’erta e comoda mulattiera ne consente l’accesso: un po’ di fatica in più a termine tappa che ne vale veramente la pena.


IV° giorno – Giornata di sole pieno e percorso in buona parte lungo sterrati e sentieri, la tappa riserva sensazioni inaspettate grazie alla visita dei due siti di incisioni rupestri delle Foppe di Nadro e del Parco di Naquane; una vera scorpacciata di raffigurazioni dalle forme più disparate, davvero da non perdere! Non da meno è attraversare castagneti plurisecolari assai generosi vista l’attuale stagione, tanto che in certi momenti siamo colti da una vera e propria pioggia di castagne e ricci, peccato non poterle raccoglierle!


V° giorno – Anche oggi bella giornata d’ottobre sentieri ben tenuti e poco asfalto. Tanti i castagni ammirati insieme alle numerose piante di noci, meli, peri e vigneti oramai spogli. Discreta presenza anche di animali di allevamento, quali mucche, pecore, capre, asini e galline soprattutto in prossimità dei paesi attraversati.

In generale in valle Camonica le tradizioni a fatica riescono a preservarsi, si “tiene duro” e i risultati si vedono. Tra i paesi degni di nota: Andrista, Sonico e Edolo con il suo centro di stampo medievale, dove sostiamo per la notte.


VI° giorno – Ultima giornata di cammino sempre baciati dal sole e da temperature tiepide. Gradualmente lasciamo i boschi di castagni per entrare in quelli coperti da conifere. Giunti nella graziosa località di Monno, dal centro storico ben conservato, iniziamo a percorrere la ciclovia Karolingia che condivide il nostro percorso sino a Ponte di Legno, termine di questo cammino. Quest’ultima tappa è decisamente la più impegnativa con i suoi 23.5 chilometri e soprattutto i 1247 metri di dislivello positivo. Contenti e appagati sostiamo qui per la notte e suggelliamo il nostro successo con una squisita cena camuna.

All’unisono ammettiamo che è stata un’esperienza molto ben al di sopra delle aspettative, che ripaga ampiamente la fatica e senz’altro consigliabilissima.                       


Incisioni rupestri

Sicuramente un aspetto principe ed imperdibile di questo Cammino è la visita ai numerosi siti di incisioni rupestri, con datazione compresa tra il V millennio a.C. e l’Alto Medioevo sono riconosciuti Patrimonio Mondiale dell’Unesco; per questo la valle Camonica è soprannominata la valle dei Segni.

Fortunatamente diverse aree archeologiche sono poste lungo il Cammino e non impegnano il viandante in deviazioni di percorso, quali quelle di  Corni Freschi, di Foppe di Nadro, di Naquane. Le incisioni di Foppe di Nadro, riserva naturale comprendente i comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo, ci hanno particolarmente colpito grazie ad un susseguirsi di superfici fittamente istoriate e visitabili lungo un piacevole percorso ad anello in un meraviglioso castagneto. I temi frequentemente incisi riguardano, in ordine sparso, impronte di piede, pugili, collezioni di armi, scene di aratura, iscrizione in alfabeto camuno, cavalieri e scudieri, arcieri. Sicuramente l’incisione più famosa e ben individuabile nella sua bellezza è la rosa camuna, diventata stemma ufficiale della Regione Lombardia ed impressa al centro sulla sua bandiera in colore bianco su sfondo verde.


La leggenda di Carlo Magno

Il fantasioso racconto è desumibile da alcuni manoscritti del XIV secolo, vede Carlo Magno, insieme a sette vescovi, in partenza da Bergamo risalire l’intera valle Camonica fino a scollinare in Trentino Alto Adige. Durante la risalita l’Imperatore conquista tutti i castelli dei signori locali costringendoli alla conversione alla fede cattolica ed enfatizzando le vittorie mediante la costruzione di numerose chiese. Lunga è la lista di pievi erette: a Lovere ordina la realizzazione della chiesa di San Giovanni; nelle località di Esine, Cividate Camuno e Berzo Inferiore quelle dedicate rispettivamente alla SS Trinità, a Santo Stefano e a San Lorenzo, a Biennio quella di San Pietro in Such. 

Arrivato quindi a Capo di Ponte, ha fondato la chiesa di San Salvatore; a Monno quella dedicata a San Brizio, all’altezza di Davena quella ai SS Michele e Giorgio, nei pressi di Vezza d’Oglio quella in ricordo di San Clemente, tra Vione e Temù quella di San Alessandro e per finire a Ponte di Legno la chiesa della SS Trinità.


Grazie a questa leggenda si è potuto fare conoscere e valorizzare la valle Camonica sotto diversi profili: storico per l’unicità delle incisioni, turistico per la bellezza del territorio e anche sportivo per le molteplici attività outdoor che offre sia estive che invernali, lo sci in primis con gli impianti dell’area del Tonale.

E’ doveroso menzionare due ciclovie adatte agli appassionati delle due ruote. Una è quella dell’Oglio, di 280 chilometri che collega il Passo del Tonale al fiume Po, l’altra è la Karolingia di 42 chilometri unisce il temuto passo Gavia all’altrettanto famoso Mortirolo.


Castagneti in val Camonica

I castagni sono stati in passato una risorsa fondamentale ed insostituibile. Versatili nel loro utilizzo, che spaziava dall’alimentare, grazie al consumo dell’ottimo frutto e della farina derivata, allo sfruttamento del legname quale risorsa da ardere o da costruzioni e del fogliame. A partire dal secondo dopoguerra i mutamenti sociali che hanno sancito l’esaurirsi dell’economia di sussistenza, uniti al diffondersi di gravi patologie hanno determinato il totale abbandono della coltivazione del castagno.  L’essenza negli ultimi anni è tornata di vivo interesse grazie alla nascita di enti ed associazioni dediti alla sua valorizzazione, in particolare modo all’interno del parco dell’Adamello dove numerose sono le piante pluricentenarie.

In ogni caso anche percorrendo in autunno, come ci è capitato, le tappe del Cammino di Carlo Magno, si possono vedere stupendi e possenti castagni che lasciano cadere a terra un morbido tappeto di ricci ed invitanti frutti.




Flavio e Stefania Facchinetti

Flavio Facchinetti

2020 - CAMMINO DI CARLO MAGNO

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