CAMMINO DI OROPA

Ottobre 2019


I cammini di Oropa sono attualmente tre: quello Valsesiano, di 30.80 chilometri e con partenza da Rassa, quello Valdostano di 16.70 chilometri e inizio a Fontainemore ed infine quello più faticoso attraverso la Serra, con partenza da Santhià lungo 61.80 chilometri da superare nelle previste quattro tappe di tabella (rispettivamente di 16.30, 15.90, 14.50 e 15.10 chilometri). Ed è proprio quest’ultimo che mi impegna solo per i due giorni di un caldo fine settimana di ottobre, con pernottamento in un campeggio di Sala Biellese, paese non troppo lontano da Torrazzo, punto di arrivo della seconda tappa.

Il percorso è segnalato mediante adesivi gialli e neri riportanti la scritta Cammino di Oropa o frecce gialle dipinte e inizia nei pressi della stazione ferroviaria di Santhià. Da subito e fino a Roppolo, primo consigliato posto tappa, è ben indicato in quanto segue la più famosa Via Francigena poi i simboli vengono meno, in ogni caso sono presenti ed occorre fare sempre attenzione. Giunto a Roppolo mi soffermo qualche minuto in più per visitare l’imponente castello, dal quale si gode un bel panorama sul lago di Viverone. La seconda tappa da Roppolo a Torrazzo percorre le boscose colline della Serra di Ivrea, l’anfiteatro morenico più grande d’Europa, attraversa Zimone e Magnano quindi giunge a Torrazzo, secondo previsto posto tappa. La spossatezza e il desiderio di riposare cominciano a farsi sentire e così decido di non percorrere la deviazione segnalata assai lunga e tortuosa per Sala Biellese, piuttosto seguo la strada asfaltata poco trafficata e più corta. Dopo un ultimo chilometro e mezzo si conclude la mia prima fatica nel bungalow prenotato dell’unico campeggio presente in zona ed ancora aperto, almeno per l’intero mese di ottobre (un’altra simile struttura è presente a Torrazzo, ma oramai chiusa). I titolari, giovani ragazzi provenienti dalla provincia di Cuneo, mi raccontano di avere rilevato l’attività oramai chiusa da circa otto anni ed ora qualche profitto lo ricavano anche dal passaggio dei pellegrini. Consumo una buona cena nella vicina pizzeria, che come il campeggio offre prezzi agevolati ai raminghi viaggiatori sulla falsa riga dei Cammini più blasonati, primo tra tutti quello di Santiago de Compostela. Contento per la giornata svolta riservo un ultimo pensiero prima di crollare nel più profondo dei sonni agli ampi panorami attraversati e alle innumerevoli coltivazioni di kiwi coi proprietari intenti alla raccolta del dolce frutto.

L’indomani inizio giornata con una semplice colazione presso il campeggio e mi dirigo verso il Santuario di Graglia, termine della terza tappa. Cammino attraverso boschi per lo più di castagni intervallati da verdi prati e ne approfitto per caricare lo zaino degli ottimi frutti. Nei pressi del Santuario percorro pochi chilometri su asfalto, così come durante gli attraversamenti delle località incontrate. Nel complesso il tragitto interessa più carrarecce e sterrati che tratti asfaltati e questo aggiunge valore alla bella esperienza; inoltre in buona parte il percorso transita al di sotto di fitte coperture boschive e ciò ne consente la frequentazione anche nei mesi estivi, con l’accortezza di avere buone riserve d’acqua al seguito dal momento che nella terza tappa è possibile incontrare fontane in abbondanza, viceversa nei restanti intermedi la presenza è scarsa. Dopo l’abitato di Sordevolo arrivo a Favaro e qui dipartono due percorsi per giungere ad Oropa, uno cosiddetto principale lungo il sentiero D1 più impegnativo e problematico visto che richiede il superamento di vari guadi e di una ripida salita finale, l’altro chiamato variante della Tranvia più rilassante e facilmente percorribile anche in caso di mal tempo. Ed è proprio per quest’ultimo che opto dal momento che la settimana scorsa ha piovuto molto e temo che i guadi in realtà possano essere ancora “fiumi”! L’ultimo chilometro della variante coincide con la strada turistica per Oropa, ove termina questo affascinante itinerario religioso capace di regalare una grande varietà di paesaggi ed un arrivo davvero emozionante nella bella conca del Santuario, di grande carica spirituale e paesaggistica.

Per la logistica, il sistema migliore è portarsi alla stazione di Biella in auto e qui parcheggiarla nei pressi, quindi col treno raggiungere Santhià ed incamminarsi. Giunti ad Oropa un comodo ed economico autobus di linea consente in circa 40 minuti il rientro proprio alla stazione di Biella. Ho percorso l’intero itinerario solo con l’ausilio dei segnavia presenti e senza nessuna mappa cartografica o aiuto tecnologico (app, gps..); solamente la quarta tappa mi ha creato qualche difficoltà di orientamento che comunque non né ha impedito il successo. Porzioni dell’ itinerario sono comuni al cammino di San Carlo, della Grande Traversata del Biellese e della Gran Madre, che possono creare un po’ di confusione.

Un Cammino non lontano da casa che mi dispiace solo non avere condiviso con mia moglie nei quattro, più corretti, giorni previsti!

Flavio Facchinetti

2019 - CAMMINO DI OROPA

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