EUROPA DEL NORD 1988

FLAVIO FACCHINETTI SU MOTO HONDA VF 750 CUSTOM

FULVIO ROLANDO SU MOTO GUZZI 350 CUSTOM

PARTENZA 22 LUGLIO 1988

ARRIVO 11 AGOSTO 1988

CHILOMETRI PERCORSI 8300

ITINERARIO:


              


Questo viaggio in moto è sicuramente il più impegnativo da me intrapreso, è il risultato delle due esperienze precedenti del 1986 e del 1987. Fulvio ha terminato il servizio militare e ritorna ad essere protagonista, Jack si è “impegolato” in una storia di “sentimenti” e non potrà unirsi a noi purtroppo! L’itinerario è a dir poco ardito: arrivare a Capo Nord attraverso Svizzera, Germania Federale, Danimarca, Svezia e Norvegia e ritornare in Italia attraverso Finlandia, Polonia, Germania Democratica e Federale, Svizzera. Un itinerario di 8300 chilometri, caratterizzato non tanto dalla visita di belle città bensì dal fascino di attraversare paesaggi diversi, come la Lapponia o l’Est Europeo, che ancora Fulvio ed io non conosciamo. Svizzera, Germania Federale, Danimarca rappresentano invece solo tappe di transito. Vista la rigidità del clima nord europeo, decidiamo di portarci una tenda oltre ad un repellente per insetti, tute impermeabili per le possibili piogge, attrezzi per i probabili guasti ai mezzi e tutto l’occorrente tale da renderci autosufficiente per i pasti giornalieri.

Si parte! Da Quarona mi dirigo a Prato Sesia, il paese dove Fulvio abita. Qui mi attende per iniziare questa grande avventura. Il morale è alto, un ultimo controllo al bagaglio e il viaggio diventa realtà! Velocemente ci portiamo in Svizzera attraverso il passo del S. Gottardo e quindi nella Germania Federale. Sono tragitti oramai diventati famigliari a causa dei due viaggi precedenti nonché delle varie trasferte per eventi quali l’October Fest, il Monsters of Rock o per assistere a numerosi concerti di musica Hard Rock, Heavy Metal e Hardcore Punk.

A Travemunde ci attende il traghetto che in circa tre ore ci porta in Danimarca. Percorriamo altri duecento chilometri sino a Helsingor, dove un secondo traghetto ci conduce in terra svedese. Oltre ad un fastidioso vento, verso sera arriva anche la pioggia, che ci obbliga, per la prima volta, a montare la tenda. Siamo emozionati perché è da qui che il viaggio prende forma! A mano a mano che ci inoltriamo nel territorio svedese il paesaggio diventa sempre più interessante. I boschi si perdono a vista d’occhio interrotti unicamente da una miriadi di laghi. Riguardo alla velocità, noto come sia curioso il sistema svedese di sorpassare in auto: durante una fase di sorpasso appunto è l’auto che precede a scostarsi lungo il margine destro in una apposita corsia mentre l’auto che intende superare continua la sua marcia diritta senza ulteriori deviazioni.

Linkoping è la nostra prima meta: piacevole cittadina dove tranquillità e quiete regnano sovrane, anche grazie ad un traffico veicolare pressoché inesistente. La scarsità di monumenti ed opere d’arte viene sopperita da una deliziosa cura dell’arredo urbano, giardini ben tenuti, panchine in legno ovunque, nonché dalla presenza di piccoli negozi artigianali. Verso sera ci allontaniamo dal centro cittadino per accamparci in un praticello. Qui montiamo ancora la nostra tenda e ci ripariamo per la notte a causa del sempre più rigido clima a mano a mano che ci conduciamo verso nord.

A Stoccolma pernottiamo due notti in un hotel dal momento che l’utilizzo della tenda è problematico. Riusciamo così a recuperare al meglio le energie che questo viaggio richiede, dal momento che i chilometri da percorrere sono ancora tanti. Questa città è divisa in due parti ben distinte: l’una moderna concepita in stile americano, un vero labirinto di sensi unici, l’altra più vecchia e denominata “Gambla Stan” ubicata su un’isola e interamente pedonale. Risalente al periodo medioevale, pullula di negozi artigianali, stradine strette e acciottolate e caratteristici ponti che la uniscono alla parte moderna. Molti i turisti stranieri, tra cui anche parecchi italiani. Il problema costante che caratterizza i viaggi nei Paesi scandinavi è rappresentato dal caro-vita che caratterizza molto ogni scelta dove l’aspetto economico è determinante. Ciò logicamente nel nostro caso specifico! Proseguendo in territorio svedese, il paesaggio si mantiene una distesa pianeggiante infinita ricoperta da boschi. Un panorama un po’ monotono malgrado sia l’ideale per muoversi in motocicletta su strade sempre tenute in ottime condizioni. La pioggia è diventata una costante, una compagnia che mai ci lascia soli e questa umidità amplifica la temperatura climatica, già rigida di suo! Appaiono fondamentali le nostre tute anti pioggia e i copri scarponi, questi ultimi commissionati al mio ciabattino di fiducia, il Menti di Quarona! Entriamo in Finlandia e dopo pochi chilometri sostiamo per la notte. Ennesima novità poco piacevole: siamo invasi da miriadi di zanzare … solo nella tenda unti di Autan riusciamo a debellarle! Malgrado il passaggio in questo nuovo Paese, la situazione climatica non muta anzi la pioggia pare qui più insistente, magari la presenza di numerosi laghi accresce il fenomeno. Nella città di Rovaniemi, poco interessante, non sostiamo molto; giusto il tempo necessario per fare rifornimento di carburante e cambiare valuta. Rovaniemi come altre cittadine attraversate, mi appare assai deprimente ora che è estate, figuriamoci durante la lunga e severa stagione invernale. Penso che per vivere in queste zone occorre proprio esserci nato, in caso contrario la rigidità climatica è davvero un elemento ostativo.

Abbiamo raggiunto le latitudini dove si assiste al cosiddetto “sole di Mezzanotte”, quel fenomeno naturale per cui il sole permane quasi per l’intero arco delle ventiquattro ore. Fulvio ed io siamo determinati e finalmente il cielo ci compare sereno. Sono le 23.30, il sole cala ma il cielo è ancora chiaro, noi aspettiamo che risorga per immortalarlo con una foto ricordo … il sonno prende il soppravvento e dormiamo sino alle 17.00 del giorno successivo anche grazie agli onnipresenti rovesci. Si riparte, pioggia e freddo ci perseguitano. La Lapponia finlandese è decisamente più interessante grazie ad un paesaggio vario: pianure sconfinate si alternano a colline, la vegetazione è formata da arbusti e cespugli. Frequentemente ci capita di osservare renne ai margini della strada.

Gli ultimi duecento chilometri che ci portano a Capo Nord li percorriamo lungo lo spettacolare paesaggio dei fiordi norvegesi. La strada litoranea si fa stretta e sinuosa seguendo le numerose insenature dove il mare vi penetra. E’ il tratto più interessante in questa parte di viaggio: abbiamo avvistato numerosi branchi di renne per un totale di oltre duecento capi, sommati a sporadici casi di piccoli mammiferi simili ai nostri mustelidi.

Questo tratto ci sta ripagando da tutte le fatiche! A Kadfiord partono i traghetti per l’isola di Nordkapp. Siamo fortunati: tra un paio d’ore si parte!

Sono momenti emozionanti, sappiamo che una volta sbarcati sull’isola mancano solamente una trentina di chilometri per coronare il nostro sogno! Anche il tempo stranamente è sereno e così rimane fino al punto più estremo a nord del continente europeo, dove giungiamo in seguito a 4071 chilometri.

Sono due giorni che non vediamo il buio della notte e già questo aspetto è qualcosa di straordinario, le nostre motociclette non ci hanno creato nessun problema nonostante la pioggia persistente.

Qualche foto di rito e poi lì a goderci la visione dell’estremo orizzonte. Il viaggio è tutt’altro che terminato, probabilmente ci attende la parte più complicata, si parte!

Giungiamo alla cittadina finlandese di Kuusamo e qui in un distributore di benzina inizia la “tragedia”: la moto Guzzi di Fulvio non si accende! Tentiamo in tutti i modi, ma il problema sembra essere grave, i cilindri del motore appaiono inchiodati e la cinghia di trasmissione logorata! Mantenendo la calma decidiamo di contattare la compagnia assicuratrice Europe Assistance, alla quale ci siamo appoggiati già dall’Italia prima della partenza. Dopo i primi contatti telefonici si evidenzia il problema di fornire loro un nostro recapito telefonico (…ai tempi i telefonini cellulari non esistevano…). E’ tardi, i locali sono chiusi e le cabine telefoniche non possiedono numero proprio. La tensione è alta, ci rivolgiamo alla polizia che ci consiglia di utilizzare il telefono pubblico posto nel locale sopra la centrale stessa ed ora chiuso, riaprirà domani. Notte insonne, siamo entrambi sommersi da mille pensieri. Finalmente la comunicazione con la Compagnia assicurativa decolla: ci comunicano che se la moto si potrà riparare entro cinque giorni, il problema si risolverà in Finlandia, altrimenti verrà inviata in Italia; inoltre i pezzi di ricambio necessari saranno comunque reperiti dalla Compagnia. L’indomani mattina andiamo insieme al funzionario finlandese della Europe Assistance, che per altro parla anche il francese, dal meccanico. Per eseguire la riparazione occorre almeno una settimana dopo l’arrivo dei pezzi di ricambio, che giungeranno direttamente dall’Italia. Per noi la prefigurata attesa è decisamente eccessiva! Dopo una lunga ed accanita discussione con l’assicuratore riusciamo così ad ottenere il rimpatrio diretto del motoveicolo. Compilate così le varie scartoffie burocratiche, riunito documenti, chiavi moto ed affidato il tutto al proprietario dell’officina come concordato, Fulvio ed io proseguiamo per Helsinki. L’amico è assai preoccupato per la moto, ma non avevamo scelta e altro non si poteva fare. Helsinki la visitiamo ancora troppo preoccupati per l’accaduto. Senza troppi problemi acquistiamo i biglietti del traghetto per Danzica in Polonia e ci prepariamo alla seconda parte del viaggio che interessa l’Est Europa che per forza di cosa effettueremo guidando una moto in due, la mia Honda 750 Custom.

Sul traghetto nonostante i molteplici confort disponibili: discoteca, ristoranti, sale da gioco … si capisce che l’unica vera attività dei passeggeri è ubriacarsi in qualsiasi ora della giornata. Danzica, città industriale, poco o niente turistica comincia a diventare famosa per i cantieri navali e per l’attività del sindacato autonomo dei lavoratori: Solidarnosc, guidato da Lech Walesa. Lech Walesa diventerà negli anni ‘90 Presidente della Repubblica di questo Paese. Solidarnosc rappresenta una grande svolta all’interno del socialismo reale dell’ Est Europa, pari alla Perestroica(trasparenza) di Gorbaciof che interessa l’Unione Sovietica.

Attraversando la Polonia, si comprende subito che l’economia del Paese si basa principalmente sull’agricoltura. Lo scarso utilizzo di macchinari adeguati e il modello comunista che impedisce il libero mercato, provoca un basso tenore di vita dei suoi abitanti. La stessa moneta polacca, come più o meno quelle degli altri Paesi dell’area, ha un basso valore, permettendo a due viaggiatori squattrinati come noi di non avere problemi di sorta, tranne la non reperibilità di beni di consumo …

Varsavia è una città più che piacevole, se questa ondata di aria nuova avrà un seguito  probabilmente diventerà metà turistica, come già sta avvenendo per Praga.

L’ultima destinazione di questo viaggio è Berlino Ovest, città situata all’interno della Germania Democratica(DDR). Una grandiosa metropoli in continuo movimento: completamente moderna, è stata ricostruita in seguito alla seconda guerra mondiale poiché distrutta dai bombardamenti aerei degli alleati, piena di insegne luminose, negozi lussuosi, banche, ristoranti … il tutto concentrato sul viale principale: Kurfursterdam, nel resto della città si elevano solo edifici di civile abitazione. La caratteristica principale rimane la presenza del “muro” che la divide da Berlino Est, capitale della DDR.

Berlino Ovest, trovandosi all’interno della DDR, è accessibile utilizzando un’unica strada di transito e dalla quale non si può deviare in nessuna stazione intermedia. Tutte le uscite e i parcheggi sono strettamente sorvegliati e alla minima infrazione del codice della strada piovono multe salate che si pagano sul posto, per un sorpasso pericoloso si rischia l’arresto! Mentre gli abitanti dell’Ovest possono andare nell’Est a loro piacimento, basta non fermarsi qui oltre 30 giorni, diverso è il contrario! Dalla parte Est del Paese, escludendo gite scolastiche o viaggi organizzati, può giungere nell’Ovest solo chi ha superato i 65 anni di età! A Berlino Ovest c’è ricchezza, ma basta avvicinarsi alla stazione ferroviaria per vedere il gran numero di emarginati raccontati dal film “I ragazzi dello zoo di Berlino”.

Per i tedeschi della DDR vivere a Berlino Est è il meglio che può capitare poiché è una città che funge da modello del pensiero comunista.

Due giorni nella capitale e poi il rientro in Italia. Qui riassaporo la comodità di un letto, durante questi 21 giorni, ad esclusione di due notti in hotel a Stoccolma, abbiamo sempre dormito con sacchi a pelo spesso utilizzando la tenda, ma senza far uso di campeggi, ostelli e pensioni.


Tratto dagli appunti redatti in corso di viaggio


Villa del Bosco, ottobre 2010

 
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Flavio Facchinetti