PoMonf

Settembre 2020


Itinerario escursionistico di recente realizzazione che interessa un’area geografica sinora poco coinvolta dal cammino lento e che permette la scoperta di spazi domestici collocati tra le province di Torino e di Asti. Questo è il PoMonf, ovvero dal Po al Monferrato, diventato realtà grazie all’interessamento di diversi artefici. Capofila è stato il comune di Casalborgone, ultimo della provincia di Torino e porta d’accesso per il Monferrato, che insieme ad altre associazioni locali di promozione turistica, sportive e di equitazione, lo ha portato a concretizzare un progetto di ampliamento della rete sentieristica, battezzato appunto PoMonf, quale anello dei boschi e del romanico. Come sovente avviene, non tutti hanno accolto favorevolmente l’iniziativa, è infatti dato noto che parecchi privati hanno osteggiato il passaggio sui propri fondi anche se forme di compromesso e trattativa hanno poi consentito il complemento del tracciato. Sette sono le municipalità interessate dal cammino oltre Casalborgone. Si attraversano infatti i territori di Berzano San Pietro, Albugnano, Aramengo, Tonengo, Lauriano, San Sebastiano Po e Castagneto Po.


E’ un cammino di 54 chilometri con 1100 metri di dislivello positivo su fondi per lo più sterrati, asfaltati, senza difficoltà tecniche e che si sviluppa lungo paesaggi collinari di grande interesse naturalistico, i boschi secolari, ed antropico, le chiese romaniche. Consigliato l’uso scarpe da trail o escursionistiche specialmente in caso di pioggia o terreni bagnati. Ha la forma di un anello o meglio di cuore, con Casalborgone baricentrico. Il PoMonf è indicato da cartelli metallici direzionali e bollini rossi di vernice, aiuta – come consueto – possedere una mappa, scaricabile dal sito dedicato, che evidenzia tutte le peculiarità da non perdere. Si può percorrere in due o tre giorni, in un senso o nell’altro e partendo dalla località più comoda. Non è possibile reperire acqua nel percorso, occorre rifornirsi unicamente nei paesi attraversati, mentre discreta è la ricettività. Agriturismi, bed & breakfast, trattorie, bar e alimentari sono facilmente fruibili. Come spesso accade, mesi ideali sono la primavera e l’autunno per godere di temperature fresche, più concilianti alla marcia. Se ben attrezzati, nulla vieta che possa essere affrontato durante la stagione fredda, mentre sconsigliabile è l’estate viste le basse quote interessate.


Mio moglie ed io lo abbiamo affrontato in due giorni, iniziando da Piazzo frazione di Lauriano, muovendoci in senso antiorario e sostando a Casalborgone in un agriturismo. Comune di circa duemila abitanti, offre un pregevole centro storico denominato Leu che sovrasta l’abitato ed è senza dubbio meritevole di visita.

Abbiamo testato come attualmente (settembre 2020) diversi tratti sentieristici soffrono di una carente manutenzione (verosimilmente accentuata dal periodo tardo estivo, in inverno o inizio primavera sicuramente la vegetazione è meno generosa..) e segnalazione, a questo si può sopperire divagando sulle strade asfaltate comunali e/o provinciali, in ogni caso tutte a bassa percorrenza veicolare. Giova menzionare che abbiamo trovato i sentieri da e per Piazzo parzialmente invasi da rovi e rami caduti tanto da impedirne il transito, conviene pertanto utilizzare le provinciali, da Piazzo a Lauriano e da Tonengo a Piazzo.


La camminata nel complesso è piacevole e varia, movimentata da numerosi saliscendi. Da sottolineare il tratto all’interno del SIC, Sito di Interesse Comunitario, del Bosco del Vaj e Bosc Grand, la cui origine va ricercata più di venti milioni di anni fa in fondo al mare, quando i movimenti della crosta terrestre hanno dato vita anche alle attuali colline del Po e del Monferrato. Ciò spiega perché insieme a specie prettamente nordiche convivono altre bisognose di climi temperati. Il Bric Turniola all’interno del SIC ospita la Rul Vërda (quercia verde), un raro albero della macchia mediterranea pluricentenario e caratterizzato da una chioma semipersistente, dal momento che le foglie rimangono verdi sui rami per tutto l’inverno e cadono solo in primavera quando le nuove gemme si stanno aprendo. Il suo nome scientifico è Quercus Crenata.

Altra peculiarità presente nel SIC sono i “crutin”, antiche strutture ipogee scavate nel tufo arenaceo che costituisce gran parte del Monferrato e più spesso conosciuti come “infernotti”, in origine destinati alla conservazione di alimenti e vini poi diventati nascondigli per briganti e partigiani. Nei pressi del Bric del Cerru, non troppo distante dalla Rul Vërda, è presente il cosiddetto “crutin del Cerru”, purtroppo non visitabile a causa della franosità dell’area, così ci è stato segnalato.

Di ben altra natura e al di fuori del SIC è possibile visitare bellissime pievi romaniche poste o lungo il tracciato o nei paesi attraversati. Al proposito esiste un percorso dedicato che abbraccia comuni esterni al Pomonf, quali Cinzano d’Asti, Vezzolano  e permette una visita completa.

Durante la nostra galoppata abbiamo visitato le chiese di San Carlo e San Siro a Casalborgone, di San Giovanni Battista a Cà di Bari, San Pietro a Berzano, Santa Maria di Gonengo, Sant’Antonio ad Aramengo, San Michele a Tonengo e per finire la chiesa del Romitorio.

PoMonf un luogo di natura e suggestioni da gustare a tutto tondo con la lentezza dei nostri piedi! Per noi una grandissima esperienza a due passi da casa!


Chiesa del Romitorio

La denominazione esatta è Chiesa di Santa Maria dell’Assunzione Sopra il Monte con annesso Romitorio. Citata in un documento del 1750, che la indica Parrocchiale sin dal 1113; accanto e già dall’origine era presente pure il cimitero, chiuso nel 1548 da quando non è stata più Parrocchiale.

La struttura romanica è stata rimaneggiata nel corso dei secoli, solo l’abside è rimasta originale.

Il nome è dovuto alla presenza di eremiti, che terminò i primi anni del 1800.


                         

                                              Flavio Facchinetti





Flavio Facchinetti

2020 - POMONF

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