2011 - PICO DE FOGO (2829 m)   Capo Verde


ISOLA DI FOGO, CAPO VERDE: salita al MONTE FOGO (2839 metri)


Dicembre 2011 

Un viaggio a Capo Verde, arcipelago formato da numerose isole, è principalmente difficoltoso a causa degli inevitabili spostamenti aerei tra le varie isole; trasferimenti che vanno accuratamente controllati più volte, dal momento che gli orari delle partenze sono spesso mutevoli! La naturale conseguenza porta a cautelarsi: se si opta per voli non in diretta coincidenza l’uno con l’altro (altamente consigliabile!) diventa inevitabile trascorrere una nottata in aeroporto, ed è così che inizia il nostro viaggio. Un ritardo del volo Milano – Sal ci costringe a trascorrere la prima notte nell’area partenze dell’aeroscalo di Sal, in attesa del successivo volo dell’indomani mattina per l’isola di Fogo, principale meta del nostro peregrinare tra le isole capoverdiane. Con un viaggio durato meno di mezz’ora, ci portiamo a Sao Filipe sull’isola di Fogo. Dai finestrini del velivolo ammiriamo la nostra montagna: il Pico de Fogo, un cono vulcanico alto ben 2829 metri!

Dopo numerosi colloqui con privati ed agenzie per attingere informazioni su condizioni meteo e logistica, ci accordiamo con un taxista, tal Miliciano, per la salita di domani mattina. Per il trasporto di andata e ritorno oltre l’attesa durante la nostra ascensione,  Miliciano ci chiede un costo di 50 euro. Potrebbe sembrare un prezzo elevato, ma occorre tener presente che portarsi a Portela, punto di partenza del trekking, occorre impiegare un’ora ed un quarto di strada decisamente ripida e procedendo a buona andatura.

Appuntamento ore 6.00 davanti al nostro hotel, si parte. Giunti a Portela sorge il problema guida, che i locali asseriscono indispensabile a causa dei notevoli pericoli insiti durante la salita! Siamo alquanto scettici, nostro malgrado l’esperienza ci consiglia di non scontrarci, anche perché per i residenti è fonte di guadagno e contrattando un poco strappiamo la cifra di 2500 escudi (circa 23 euro). Come in altre salite, la conseguenza diventa che con la nostra esperienza ed allenamento dobbiamo attendere il ragazzo che ci accompagna, ogni tanto sostare per fargli tirare il fiato e convincerlo a salire anche il tratto finale sino alla vera cima e non, come sperava di fare vista l’evidente stanchezza, concludere la fatica al sottostante cratere! E’ proprio lungo il tratto finale, un poco esposto, che si concentrano tutte le difficoltà, contenute solo grazie alla presenza di un lungo cavo d’acciaio.

Tutto il percorso è comunque faticoso grazie alla morfologia della montagna: un bellissimo cono avente inclinazione di 30 – 40 gradi. Meraviglioso poi il paesaggio circostante: nella parte inferiore attraversiamo coltivazioni di vite, manioca, mele, fagioli; in lontananza ammiriamo le pareti scoscese di un enorme cratere e lungo il tragitto di salita passiamo attraverso quello che rimane dell’ultima eruzione del 1995: un’enorme colata lavica. Questa ascensione ci regala momenti indimenticabili non solo dal lato escursionistico, ma soprattutto per la straordinaria bellezza e unicità dei luoghi attraversati.

Trascorriamo il resto del viaggio a Capo Verde nelle restanti isole di Sao Vicente, Santiago e Santo Antao. Al di là dei paesaggi più o meno interessanti, Capo Verde ci colpisce parecchio per un singolare aspetto: questo Paese dal 1975 è diventato indipendente e rispetto agli altri Stati dell’Africa Occidentale e buona parte dell’intera Africa di Paesi effettivamente sovrani e non dipendenti dall’ Occidente, “funziona”!


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Flavio Facchinetti

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