VALLO DI ADRIANO


Camminare attraverso la Storia

La più conosciuta e meglio conservata frontiera artificiale dell’impero romano fu fatta costruire da Adriano tra il 122 D.C. e il 128 D.C. per separare, come si disse, i romani dai barbari. Lungo circa 135 chilometri, con un’altezza di 5 metri e uno spessore tra i  2 a 3 metri, il muro era fiancheggiato a nord da un piccolo fossato e a sud da uno più ampio e profondo, il Vallum vero e proprio, orlato da due terrapieni. Si snodava dal mare del Nord a est al mare d’Irlanda a ovest separando la Britannia (attuale Inghilterra) dalla Caledonia (ora Scozia). Era dotato di 320 torri di avvistamento (ogni mezzo miglio), fortini (Milecastels, ogni miglio) e di almeno 13 grandi forti (tra i quali i meglio conservati sono quelli di Vercovicium, Banna e Vindolanda) oggi non è rimasto che un lungo serpente di pietre ben visibile nel tratto intermedio, completamente scomparso alle due estremità corrispondenti alla città di Newcastle Upon Tyne a est e al borgo di Bowness on Solway a ovest. Il muro era nato come barriera di confine per tenere sotto controllo le tribù dei barbari ma ben presto si trasformò in un indispensabile strumento di difesa per proteggere i soldati dagli assalti delle popolazioni che non accettarono la dominazione e la tassazione dei romani. Il malcontento culminò nel 180 D.C., anno in cui quelle tribù sferrarono un potente attacco alle milizie romane nelle parti centrali del muro, ne seguì un periodo, seppur breve, di feroci battaglie e devastazioni. Nei successivi 200 anni si creò una situazione pacifica fino a quando nel 410 D.C. l’ultima guarnigione romana abbandonò il confine per tornare in Italia. Col passare dei secoli il muro non divenne altro che una cava a cielo aperto, dalla quale gli abitanti asportarono pietre per costruire strade (la Military Road ad esempio), muretti di confine tra latifondi privati e fattorie.


Il diario del Cammino

Domenica 21 luglio. E’ grazie alla lettura in una uggiosa giornata novembrina l’attenzione viene catturata dalle proposte di escursioni organizzate da una nota agenzia del settore. Tra le tante leggiamo Vallo di Adriano. Con i potenti mezzi informatici è un attimo imparare di cosa si tratta: urca, ma è meraviglioso! Ci andiamo la prossima estate? Detto e fatto. Acquistati i biglietti per i voli aerei e pianificati i giorni con tanto di prenotazioni alberghiere, eccoci sbarcare a Edimburgo in una solatia domenica di luglio. Veloce trasferimento in stazione per raggiungere la predestinata città inglese di Newcastle Upon Tyne, sul mare del Nord, punto di inizio del nostro itinerario. Finalmente dopo una levataccia, mettiamo piede nell’albergo prenotato e cominciamo a riassettare gli zaini per l’indomani.

Lunedì 22 luglio. Malgrado il rumore delle auto, la notte ristora e l’ottima prima colazione inglese è già un buon auspicio. Dalla finestra un ventaccio furioso e il poco sole ci inducono ad adottare un abbigliamento per così dire “inglese”: pantaloni lunghi, scarponi da trek, maglietta leggera e giacca antivento per iniziare. Ben presto però il sole, inaspettatamente caldo, ha la meglio e piano piano quasi tutto finisce nello zaino. Con la metropolitana raggiungiamo Wallsend nella prima periferia di Newcastle, l’antica Segendum romana che letteralmente si traduce in fine del muro, mentre per noi è l’inizio dell’avventura. Qui trova sede un museo e i resti di un primo forte romano. Non ci dilunghiamo molto visto che questa prima tappa è già di per sé impegnativa coi suoi 24 chilometri. L’inizio del percorso è ben segnalato col simbolo della ghianda. Imbocchiamo l’invito e su asfalto seguiamo il corso sinuoso del fiume Tyne lungo la periferia cittadina a matrice pressoché industriale tra fabbriche maleodoranti e cantieri navali pressoché abbandonati. Si giunge nel centro città, che bypassiamo sempre lungo fiume al di sotto dei numerosi ponti che lo attraversano e zigzagando tra le molte persone presenti, turisti e non.

La temperatura aumenta e il vento non si placa, anzi spazza via tutte le nuvole e regala un inaspettato cielo azzurro; visto dove ci troviamo recitiamo spesso a mò di formula magica non lamentiamoci, meglio il caldo della pioggia!

Finalmente il paesaggio dopo tanto cemento lascia spazio a vedute più ampie, ad aree rurali. Abbandoniamo il percorso bordo fiume per inoltrarci all’interno di una fitta boscaglia che con un sentiero finalmente sterrato e in salita ci fa terminare la prima fatica a Heddon on The Wall, tappa odierna.

Stanchi e accaldati è grazie all’aiuto di un gentilissimo inglese che troviamo il nostro appartamento. Una favola! La proprietaria, una stravagante inglese che spara al proprio cane con una pistola ad acqua per tenercelo lontano, si fa in quattro per procurarci pentole e fornelli coi quali consumare l’unica razione di pasta portata appositamente da casa! La signora ci augura una buonanotte con un benaugurante tomorrow the weather will be nice and very warm! Consumiamo cena e via a letto.

L’indomani diamo credito alla signora: alleggeriamo l’abbigliamento con pantaloncini corti (ma allora abbiamo fatto bene a ficcarli nello zaino così all’ultimo!) e maglietta estiva, la scelta sarà più che mai azzeccata! Corroborante colazione all’italiana accompagnata da un dubbio: ma dopo la tappa di ieri, dove resti romani praticamente non si vedono e si cammina solo su asfalto, riusciremo a immergerci in questo angolo di storia romana?

Martedì 23 luglio. Ritrovato il simbolo della ghianda, riprendiamo il giusto percorso parallelamente alla Military Road. Ben presto l’asfalto diventerà solo un ricordo e per tutta la giornata il tracciato è un continuo sali scendi su prati inglesi ben tenuti con l’erba tagliata di fresco. Per giunta la signora aveva ragione: caldo, assenza di vento e cielo azzurro sono il denominatore comune di questa giornata. Il sentiero si sviluppa lungo proprietà private suddivise da muretti di pietra, che superiamo con scalette o cancelletti di legno o gradini in sasso. Gli orizzonti si ampliano nella più classica immagine della brughiera inglese, tra fattorie, pascoli di pecore, di mucche e campi coltivati per lo più a grano e altri cereali, alberi secolari, fiori colorati di campagna. Il fossato romano, Vallum, è molto evidente ancorché infestato di vegetazione e ci tiene compagnia per quasi l’intero tragitto. Per contro i primi considerevoli resti di muro li ammiriamo verso la fine di questi altri 24 chilometri in località Planetrees, poco prima di terminare il cammino nel paese di Wall, ove ci attende un delizioso albergo e una squisita, anche se parca per i nostri affamati stomaci, cena.

Mercoledì 24 luglio. Pioggia furibonda per l’intera nottata ma la mattino torna il sereno. E meno male dal momento che la nostra guida fa presagire una tappa memorabile, che finalmente permette di camminare affianco al capolavoro di Adriano.  Pochi chilometri su asfalto necessari per abbandonare Wall e la vicina cittadina di Chollerford ed entriamo nel Parco Nazionale di Northumberland. Il sentiero, come ieri, attraversa la campagna inglese lontano da centri abitati e il paesaggio diventa sempre più grandioso a mano a mano che si sale di quota. Quel lungo serpente di pietra che è il muro si snoda davanti ai nostri occhi fino a perdersi all’orizzonte. Ne impariamo l’ingegneristica realizzazione: i resti più o meno conservati di fortini ad ogni miglio (Milecastles) e torrette di avvistamento ogni mezzo miglio sono ben individuabili. Attraversiamo ciò che rimane del forte di Brocolitia sino a giungere al secondo meglio conservato forte della giornata, Vercovicivm. Le emozioni divampano, l’entusiasmo sale a mille e le fotografie non si contano più, complice la bellissima giornata.

Come se non bastasse il tortuoso tratto successivo di muro, che sovrasta i dirupi sopra il bel lago di Crag Lough sino a toccare un parcheggio per le auto dei turisti poco disposti a camminare, è di una magnificenza tale che all’unisono ci fa esclamare non pensavo ad uno spettacolo così!

Esausti e coi piedi in fiamme stretti negli scarponi da trek (pagheremmo per avere al seguito le scarpette da trek basse, leggere, comode…ma inutili nel caso della temuta pioggia) dal parcheggio abbandoniamo il cammino. Pochi metri di asfalto e raggiungiamo la strada B6318 in località Twice Brewed, dove occupiamo la stanza dell’unico motel presente, fortunatamente provvista di ventilatore! Qui felici ci rilassiamo col consueto programma pomeridiano: prima ciabatte ai piedi, poi birra fresca, quindi doccia, riposo, cena e sonno profondo.

Giovedì 25 luglio. Anche oggi caldo fastidioso, assenza di vento e cielo azzurro; l’incantesimo non lamentiamoci, meglio il caldo della pioggia è dalla nostra pure oggi!

Tappa grandiosa. Il percorso, sempre su sterrato sali scendi,  segue il muro in ottime condizioni di conservazione, a precisa distanza ritroviamo torri di avvistamento e fortini. A mano a mano abbandoniamo la regione del Northumberland per entrare nella Cumbria, il paesaggio da collinare ritorna lentamente ad essere una distesa pianeggiante. Dopo la cittadina di Gilsland (una delle rare attraversate) arriviamo al forte di Birdoswald e da qui ritroviamo il Vallum, il fossato fronte muro. Ancora poco ed eccoci a Banks. Da qui deviazione per ulteriori 3 chilometri (ma ancora!? Non bastano i 24 di tabella?) per la località di St Mary’s Vale a Lanercost dove ci attende una splendida camera all’interno di una fattoria e soprattutto una pantagruelica quanto ottima cena a base di cous cous con verdure e pollo nostrani, pane home made, uova delle galline di corte, insalatone miste e dolci della casa.

Venerdì 26 luglio. Dopo colazione (grande, alla pari della cena) la titolare ci offre uno strappo sino alla connessione col giusto cammino e ci tranquillizza: until the end the path is completely flat! E pianeggiante lo sarà davvero fino al termine del cammino. Sotto un cielo nuvoloso che contribuisce a ridurre la fatica, è con una piacevole camminata nella campagna britannica che lasciamo i resti dell’opera romana e raggiungiamo la cittadina di Carlisie, adagiata sulle rive del fiume Eden. Siamo euforici e sentiamo odore di successo, tal momento che questa è la penultima tappa di un cammino finora al di sopra delle aspettative ed ancora graziata dalla pioggia, che di per sé è già un evento eccezionale. Ultima giornata, da domani inversione di rotta: previsti rovesci di pioggia e temporali. Occupiamo la stanza del B&B e cerchiamo un locale nel quale cenare: birra, focacce, pollo, patatine fritte e insalate chiudono la bella giornata e ci fanno crollare in un intenso sonno.

Sabato 27 luglio. Ci svegliamo con la pioggia e così sarà per l’intera giornata. Stefania decide di non camminare e di riposare nella stanza del B&B a causa di un leggero dolore al dorso del piede sinistro dovuto allo sfregamento per intenso sudore. Io ombrello alla mano, pantavento, k-way e con uno zainetto leggero mi dirigo a passo svelto verso il termine dell’avventura sotto un’altalenante pioggia. Il tragitto è per circa metà su sterrato e metà asfalto e del tutto pianeggiante. Trovo gli ambienti oramai familiari anche se tracce romane non ve ne sono più a causa dell’urbanizzazione delle aree. Rimane il forte interesse tipico di tutti i cammini di arrivare alla fine, che in questo caso è Bowness on Solway. Ed è proprio la vista del fiume Eden sfociare nel Mar di Irlanda più che l’entrata nel paese che mi emoziona e mi lascia quel senso di compiuto che rincorrevo! Festeggio in un piccolo bar con birra e patatine chiacchierando a ruota libera con il gestore e una cliente circa le stranezze tipiche degli inglesi. Poi con un bus pubblico ritorno a Carlisie.

Che dire per concludere questo diario. Parecchi cammini ci hanno già visto partecipi, entrambi però concordiamo nell’ammettere che l’Hadrian’s Wall Path per dirla all’inglese è sicuramente il più interessante ed affascinante finora percorso! Grazie Imperatore Adriano sei stato capace di emozionarci ben 2000 anni dopo!


Le tappe del nostro Cammino

Scegliendo di percorrere il muro da est a ovest, le nostre tappe sono state le seguenti:

Wallsend – Heddon on the Wall (24 chilometri – 200 metri D+)

Heddon on the Wall – Wall (24 chilometri – 150 metri D+)

Wall – Twice Brewed (21,50 chilometri – 300 metri D+)

Twice Brewed – Lanercost (22,50 chilometri – 150 metri D+)

Lanercost – Carlisie (19,50 chilometri – 0 metri D+)

Carlisie – Bowness on Solway (24 chilometri – 0 metri D+)


Informazioni pratiche e periodo consigliato

E’ possibile suddividere il percorso in cinque o sei tappe a seconda delle possibilità e si può indistintamente affrontare da est a ovest o viceversa. In entrambi le direzioni è molto ben segnalato (simbolo è la ghianda) non presenta difficoltà tecniche e ha dislivelli poco significativi, si sviluppa pressoché su sterrato fatto eccezione per la prima e l’ultima tappa.

I mesi di giugno e luglio rappresentano il periodo migliore, con minore possibilità di pioggia accumunata da temperature più alte e giornate più lunghe.

Oltre che a piedi è possibile fare l’intero percorso in bicicletta (anche se il tracciato è ben lontano dal muro soprattutto nelle parti centrali, le più interessanti) o mediante servizi regolari di mezzi pubblici che collegano tutte le località. Esiste poi la linea più turistica AD122 che collega le due estremità di Hexham e Haltwhistle sostando nei luoghi di maggior interesse.


Mangiare e dormire

Non esiste una rete di ostelli per cui è consigliato prenotare con buon anticipo tutte le sistemazioni mezzo internet visto che non sono molte e la richiesta è alta, in considerazione del breve periodo di percorrenza. L’Inghilterra non è un paese per noi economico, in ogni caso è bene riservare servizi comprensivi di colazione, sempre abbondante e di carattere continentale o inglese. L’ideale per camminare con la giusta carica, anche perché lungo le tappe non è reperibile acqua (buonissima anche quella del rubinetto, visto che costa più della birra) o cibo e pochi sono i centri urbanizzati che si attraversano, assenti poi lungo le tappe centrali.

Per chi vuole camminare leggero, esiste un servizio di trasporto bagaglio tra le varie località.



Flavio Facchinetti




Flavio Facchinetti

2019 - VALLO DI ADRIANO

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