JBEL TOUBKAL (4167 m)

Alto Atlante - MAROCCO


Mercoledì 30 Ottobre 2013 

La sveglia alle 3.00 di notte dopo una giornata di lavoro non fa iniziare al meglio questa avventura. Se comunque si vuole tenere d’occhio il portafoglio e soprattutto i pochi giorni a disposizione, bisogna adattarsi alla situazione. Volo tranquillo Milano – Marrakech e lì ad attenderci il taxi prenotato tramite l’hotel di Imlil, la nostra destinazione. Due ore di viaggio ci portano appunto al villaggio berbero di Imlil, situato nell’Alto Atlante a 1740 metri. La località montana, per quanto semplice e spartana, è assai turistica. Il proprietario dell’hotel è molto disponibile e in tutti i modi cerca di aiutarci a risolvere qualunque problema gli poniamo. La struttura è carina, arredata in stile marocchino. Latita un pochino la pulizia, pertanto di rigore utilizziamo i nostri sacchi a pelo, rimandando le docce a tempi migliori!

Gironzoliamo per il paese, sparso sulle pendici. Ci sembra abitato da gente ospitale e gentile a cui chiediamo la via migliore per la salita dell’indomani.

Ceniamo in un ristorante locale, ordinando unicamente piatti di riso e pizza, o quanto meno focaccia cotta, onde evitare problemini intestinali. Alle 20.00 siamo già a nanna, se non altro per rifarci della levataccia mattutina.


Giovedì 31 Ottobre 2013 

Sveglia non troppo presto, alle 8.00, ad attenderci una colazione veramente notevole: caffè, tè, latte, succhi di frutta, cereali, yogurt, uova sode, marmellate, miele, crepes, pane, formaggini… e soprattutto un cielo azzurro come non mai, nemmeno una nuvola all’orizzonte! Nutriti a dovere, cominciamo il nostro lungo cammino verso il rifugio Toubkal. Il percorso si inerpica lungo villaggi berberi in un dedalo di stradine, sino all’ultima località di Around a 2000 metri, ultimo avamposto abitato tutto l'anno. Qui si apre una vasta piana alluvionale, che si attraversa lungo la sterrata che si trasforma ben presto in una più stretta mulattiera. Quest’ultima prende a salire con una certa decisione sul lato destro idrografico, inoltrandosi poi con modesta pendenza nella valle che porta al santuario islamico di Sidi Chamarouch a 2350 metri. Dopo il santuario la mulattiera sale più ripidamente sino ai rifugi Toubkal Les Mouflons (privato) e Toubkal CAF Casablanca, il nostro. Incrociamo due escursionisti di ritorno dalla vetta, dicono che in alto ci sono solo 20 cm di neve ma sulla traccia di sentiero, solo due dita. Speriamo bene, il periodo scelto per questa salita è ancora buono e lontano da nevicate copiose, in ogni caso è sempre un 4000 metri!

Arriviamo al rifugio, a quota 3207 metri, dopo quattro ore di marcia soddisfatti ma affaticati per i 1500 metri di dislivello superati e rafforzati dai nostri zaini carichi di tutto l’occorrente. Quasi tutti gli escursionisti utilizzano il servizio di trasporto con muli magari anche accompagnati da guida locale, noi optiamo per il completo “fai da te”.

I giacigli disponibili sono ubicati in camerate da 16 posti e fornite di letti a castello, proprio come i nostri rifugi alpini. A differenza, qui non vendono sacchi lenzuola e le coperte sono davvero poche, pertanto è fondamentale avere il proprio sacco a pelo. Ci rifocilliamo con caffè e tè caldi sino all’ora di cena. Dobbiamo insistere un po’ per farci cucinare solamente due enormi piatti di pasta scondita; i gestori vorrebbero infatti servirci piatti della cucina marocchina, ma noi in via precauzionale per i nostri stomaci ancora non abituati a sapori diversi, rimandiamo le prelibatezze al dopo salita e solo in caso di festeggiamento!

Inganniamo il tempo leggendo il registro dei pernottamenti a partire dal giugno di quest’anno. Notiamo che gli escursionisti sono presenti ogni giorno su questa cima, forte la presenza di inglesi e tedeschi, poi francesi, spagnoli, polacchi, cechi, italiani in misura minore (che probabilmente preferiscono il periodo adatto allo sci-alpinismo) insieme a rappresentanze di quasi tutto il mondo, persino giapponesi, cileni, americani. Tutti sono qui per tentare la salita alla montagna più alta del Marocco e di tutto il Nord Africa, il Jbel Toubkal di 4167 metri, pochi tentano gli altri 4000 presenti.




Venerdì 01 Novembre 2013 

La sveglia segue un andamento piuttosto “anarchico”. Alcuni si svegliano alle 4.00, altri dopo le 8.00. Noi usciamo dai sacchi a pelo verso le 6.00, e dopo una colazione un po’ spartana, ci incamminiamo verso le 7.00, con la nuova luce del giorno. Anche oggi il cielo è splendidamente azzurro. Mossi i primi passi, ben presto intuiamo che il vero problema di questa salita non è la presenza di neve ma di ghiaccio che si forma lungo la traccia di salita a causa del notevole abbassamento delle temperature notturne unito ad una esposizione sfavorevole del tratto. Ci sarebbero molto utili i ramponi; fortunatamente abbiamo ai piedi ottimi scarponi d’alpinismo e il nostro incedere è abbastanza sicuro, non come il lento avanzare di escursionisti dotati di scarpe da ginnastica, che con guida locale faticano a stare in piedi! Oggi inoltre ci muoviamo leggeri, abbiamo lasciato il superfluo giù al rifugio e in due ore e venti minuti riusciamo a toccare la cima, data a tre ore di tabella. Qui è posta una enorme piramide metallica. Ammiriamo il panorama e gli incredibili scoiattoli selvatici che ci girano tra i piedi, forse speranzosi di sgranocchiare qualcosa. Qualche foto di rito, un attimo per riprendere le forze e poi pensare alla discesa, che per lo meno sino al rifugio non sarà così banale. E così onde evitare il sentiero ghiacciato, scegliamo vie alternative cercando di pestare neve lungo percorsi adiacenti alla traccia. Finalmente giungiamo al rifugio, possiamo tirare il fiato. Ora solo fatica per raggiungere Imlil, ma prima sequenza ininterrotta di caffè, tè alla menta, acqua e cioccolata unita ad un cambio di abiti, più leggeri. La valle di Mizane è veramente infinita; decidiamo di ammirarne la bellezza sostando in uno spartano chioschetto, il cui gestore ci prepara l’ennesimo stucchevole tè alla menta sorseggiato sbucciando gustosi mandarini. Qui chiacchieriamo con una coppia austriaca che si appresta a salire al rifugio, per poi tentare l’indomani la salita. Giunti a Imlil, recuperiamo lo zainetto rimasto nell’hotel in cui avevamo pernottato e con un taxi voliamo a Marrakech, felici come non mai a festeggiare il nostro successo!

Qui trascorreremo gli ultimi due giorni di questa breve quanto intensa esperienza marocchina, che si è rilevata molto più bella delle aspettative per la vastità degli ambienti unita alla tipicità degli abitanti che la vivono!



                                                     Flavio e Stefania Facchinetti


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2013 - Jbel Toubkal (4137 m) Marocco

Flavio Facchinetti