2015 TREKKING ISOLA DI CRETA
2015 TREKKING ISOLA DI CRETA
TREKKING ISOLA DI CRETA
MONTE IDA (2454 m)
Giovedì 21 maggio 2015
Partiamo da casa a notte fonda sotto un consueto diluvio tipico del periodo primaverile, con la pioggia scendono pure le temperature grazie soprattutto all’alto tasso di umidità. Due ore e mezza di volo ed eccoci atterrare ad Iraklion sull’isola di Creta. Qui, a non troppa distanza dall’Italia, ci danno il benvenuto il sole, il tepore dei 30° gradi e le persone che se ne vanno in spiaggia. Creta è circondata dal blu del mare, un’isola delle tante che costellano l’Egeo, noi siamo venuti attratti dalle sue montagne… che con il monte Ida raggiungono la ragguardevole altitudine di 2454 metri.
Ritirata l’auto a nolo riserviamo la giornata alla visita della cittadina costiera di Rethimnon, che altro non ci appare come un susseguirsi di negozi, ristoranti, bar, gelaterie insomma una vera trappola per turisti e già invasa da vacanzieri perlopiù di nazionalità tedesca. Noi siamo più propensi all’osservazione… e a tirare il fiato in vista della fatica dell’indomani.
Sembra incredibile ma il successo di questa ascensione dipenderà non solo dalle condizioni meteo, come solitamente avviene in montagna, ma anche dalla presenza della neve lungo il percorso, infatti a vederla dal basso la cima appare ancora ammantata.
Pernottiamo nella cittadina di Anogia, località montana dell’entroterra posta a 22 chilometri dal Nidha Plateau, luogo di partenza della salita. La proprietaria dell’alloggio riservato ci assicura che due giorni orsono una coppia di francesi ha raggiunto la vetta e la presenza della neve non si è rivelata così problematica. Dal balcone del piccolo appartamento, oltre a pecore e capre, ci regaliamo un tramonto senza eguali, montagne puntinate di coltivazioni e in lontananza il mare.
Venerdì 22 maggio 2015
Ventidue chilometri di perfetta strada asfaltata, poco trafficata e con il probabile pericolo di scontrarsi con una pecora o una capra ci portano appunto al Nidha Plateau, un esteso altipiano che vagamente ci ricorda lo stupendo Campo Imperatore in Abruzzo ai piedi del Gran Sasso. Qui parcheggiamo, il meteo è buono, solo un poco di foschia e vento a fasi alterne. Abbiamo una relazione di salita che, almeno all’inizio, non è molto precisa tanto è che i primi venti minuti circa li giriamo a vuoto alla ricerca del giusto sentiero, che poi finalmente troviamo. Ci alziamo gradualmente dal pianoro di Nidha fra sassi aguzzi e cespugli, e risalendo poi più ripidamente una valletta sino ad arrivare all’altopiano di Kolita.
Puntiamo direttamente il monte Ida, il più prestigioso dell’anello di cime che intendiamo percorrere; per la cui sola salita il dislivello è ragionevole (1350 metri) mentre lo sviluppo è considerevole, visto che i chilometri che separano la cima dal punto di partenza, secondo un cartello segnaletico incontrato, sono ben 7,50. In aggiunta, la tipologia di sentiero spesso inesistente, a volte poco o non segnalato e a tratti coperto da nevai, fanno diventare anche solo il primo obiettivo non banale.
Esistono i segnavia, a tratti rappresentati da bolli rossi, da frecce giallo-nere, da trattini gialli; anche se l’orientamento è perlopiù garantito dalla presenza di semplici ometti in pietra.
Arriviamo al traverso di neve gelata che taglia il pendio assai inclinato del monte Angathias, in faccia alla nostra prima meta, e qui ci fermiamo. La pendenza del tratto da percorrere unita alla mancanza di una piccozza ci induce ad essere prudenti e tornare indietro modificando l’itinerario.
Saliamo direttamente la vetta dell’Angathias a 2424 m, più basso del monte Ida di soli 30 metri, che diventa così la prima soddisfazione della giornata. In vetta è presente un cilindro di cemento, forse punto geografico militare, per noi posizione perfetta per una foto ricordo. Da qui scendiamo e risaliamo finalmente il monte Ida, chiamato anche Timios Stavos, a 2454 m. In vetta è presente una cappella in pietra dedicata a Santa Croce con all’interno un piccolo altare e alle pareti tanti quadretti con icone tipiche della religione ortodossa.
Al ritorno e nonostante la fatica mettiamo in tasca la cima del Vouloumenou, di 2267 m, e del Kousakas, di 2212 m, facendo diventare così questa giornata ancora più indimenticabile. Grazie Creta!
Flavio Facchinetti